in Borgogna in camper con i bambini
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In camper in Borgogna: da non perdere con i bambini

Ci capita spesso di citare la Francia come buon esempio dell’accoglienza dei camperisti e degli amanti della vita outdoor per la diffusa presenza dei “camping municipal”, i campeggi comunali, che noi amiamo molto perché sono essenziali, senza fronzoli, generalmente immersi nel verde e – soprattutto – economici.
Hanno i servizi fondamentali per noi (bagni ed elettricità), forniscono uno spazio sicuro per le bambine e permettono di contenere la spesa.

In una delle nostra estati in van, con le bambine piccole, abbiamo scelto di visitare la regione francese della Borgogna.

In rete trovate moltissimi diari di viaggio e itinerari che puntano tutto sulla ricchezza della Borgogna: i suoi vini. Ma se volete visitare questa regione con dei bambini, oltre ai classici luoghi e degustazioni da wine lover avrete bisogno di trovare anche qualche meta adatta a loro.

Ce ne sono, tranquilli: tra castelli, passeggiate tra i vigneti, villaggi medievali, meravigliose abbazie, ce n’è per tutti i gusti.

Io, in questo post, vi voglio consigliare un paio di luoghi imperdibili e qualche idea in più se viaggiate con bambini o ragazzi, e che a noi sono piaciuti tantissimo.


Alésia e il MuséoParc

Se i bambini a scuola stanno studiando i Romani, o se hanno visto fumetti o cartoni animati di Asterix, questo posto è imperdibile.

Si trova nella cittadina di Alise-Sainte-Reine, alle pendici del Monte Auxois, in Borgogna appunto, e sembra proprio – dopo numerose diatribe tra gli storici – che questa sia l’antica città di Alésia, il luogo dove Giulio Cesare, al comando dell’esercito romano, sconfisse Vercingetorige, il capo dei Galli, e conquistò così tutto il territorio di quella che oggi è la Francia, annettendolo all’impero romano.

in Borgogna in camper con i bambini. Alésia

Era il 52 avanti Cristo, e la vicenda fu narrata (ovviamente secondo il punto di vista del vincitore) dallo stesso Giulio Cesare nel De Bello Gallico.

Oggi si può visitare questo sito storico e scoprire molte cose grazie al bellissimo MuséoParc Alésia, inaugurato nel 2012.
È più di un museo, e più di un parco.

Il paesaggio è dominato dal Centro di Interpretazione, praticamente l’edificio del museo nel senso più classico. Ma di classico all’interno c’è ben poco: moderno, interattivo, con tanti servizi, a misura di adulti e bambini.

La struttura è molto bella, progettata per integrarsi con il paesaggio, con tanto legno, le vetrate e soprattutto il giardino sulla terrazza panoramica. La forma circolare rappresenta l’accerchiamento subito dai Galli, mentre il reticolato di legno simbolicamente ricorda le fortificazioni romane, e praticamente fa da scudo termico e riduce il dispendio di energia.

Il percorso interno propone davvero tantissime informazioni, storiche e geografiche. All’inizio del percorso ci hanno fornito di audioguide, diverse a seconda della lingua (ci sono anche in italiano) e dell’età: per adulti e per bambini.

Si entra attraverso una galleria, passando in mezzo alle statue che rappresentano i protagonisti della battaglia di Alésia: Galli da una parte e Romani dall’altra.
C’è uno schermo a 360° con cannocchiali ottici che mostra tutto il panorama intorno, mentre la voce dell’audioguida indica in che direzione guardare per vedere dove si trovano le città di oggi e dove si trovavano quelle di allora allora e in quali direzioni.
La voce ci racconta la storia di Giulio Cesare, e quella di Vercingetorige, che è rappresentato senza volto (perché non si sa ancora che aspetto avesse).
Sono illustrate le tecniche di combattimento attraverso tanti pannelli interattivi e anche la ricostruzione di due macchine da guerra.
Infine, una sala cinema: qui viene proiettato un film di una decina di minuti, che riassume la vicenda delle sette grandi battaglie che portano Cesare alla vittoria e Vercingetorige alla resa.
Al piano terra del Museo c’è anche una stanza dedicata ai bambini tra i 3 e gli 8 anni, dove un animatore propone loro delle attività mirate sul tema e legate alla storia. In francese.

Ma la parte forse più suggestiva è quella esterna. Una grande pianura in mezzo alla quale sono state ricostruite le fortificazioni romane a grandezza naturale, con torri di guardia, tende, fossati di protezione e le macchine da guerra usate allora.

In questo spazio, circa ogni ora (vi danno il programma del giorno all’ingresso) sono effettuate delle dimostrazioni di combattimenti, in cui le guide del museo, vestite con gli abiti e le armature tradizionali, illustrano le tecniche di combattimento usate dai Romani e dalle varie tribù galliche, che avevano ciascuna usanze e modalità diverse.

in Borgogna in camper con i bambini. Alésia

Le spiegazioni sono lunghe e dettagliate e purtroppo solo in francese, ma consigliatissime a chi capisce la lingua perché intervallate da tante battute e sketch. Le bambine hanno faticato a seguire i momenti parlati, ma sono rimaste incantate davanti ai combattimenti.

Il MuséoParc comprende non solo la ricostruzione della città all’epoca della conquista della Gallia, ma i resti della città stessa. Si trovano a un’oretta di cammino (un quarto d’ora in auto), ma noi – per ragioni di tempo – non le abbiamo visitate.
Se vi interessano, si possono vedere le rovine del teatro, del tempio e di alcuni monumenti sacri, della basilica (e cioè centro non religioso ma civile, del tribunale e dei commerci), del foro, dei quartieri degli artigiani con le loro abitazioni.
Si trovano in cima al Monte Auxois, dove inizialmente era l’oppidum gallico, e dove – dopo la sconfitta – la città continuò a vivere sotto il dominio romano, specializzandosi nell’attività artigiana della lavorazione del bronzo.

Infine, la grandiosa statua di Vercingetorige (anche questa dista 5 minuti in auto o 40 di cammino dal Museo), alta 6,6 metri e realizzata in rame, commissionata da Napoleone III nel 1865.
Una curiosità sulla statua: vi ho detto che non si conosce il reale aspetto di Vercingetorige, e in questa rappresentazione il suo volto è ispirato a quello di Napoleone III stesso. Gente megalomane…
Ma con l’aggiunta dei lunghi capelli e dei baffoni, che noi associamo ad Asterix e all’immaginario collettivo dei Galli, ma che le scoperte storiche hanno ormai smentito.


Un’idea in più: la piazzetta di Chocolat

Se siete appassionati del film Chocolat, con Juliette Binoche, Judy Dench e Johnny Depp (quando Johnny Depp era tanta roba…), sappiate che a circa dieci minuti di guida dal MuséoParc si trova Flavigny-sur-Ozein, un villaggio medievale che è stato appunto set di Chocolat.

Nella piazzetta principale c’è ancora la vetrina del negozio che fu usato come cioccolateria, e una targa lì a fianco lo ricorda. Oggi è chiusa e piena di polvere.
Anche il villaggio ci ha dato l’idea di essere un po’ sonnolento e spento, ma è comunque grazioso per fare due passi.

in Borgogna in camper con i bambini. Flavigny-sur-Ozein

Diciamo che non ci verrei apposta, ma se siete qui vicino ve lo consigliamo soprattutto per la fabbrica di anice, accanto all’antica abbazia, dove c’è un negozietto con tantissimi tipi differenti di caramelline all’anice. Si possono anche assaggiare.
Non uscirete senza aver aperto il portafogli.


Un’altra idea in più: l’Abbazia di Fontenay

A venti minuti in direzione opposta, invece, si trova l’Abbazia di Fontenay, un complesso monastico cistercense tra i più antichi d’Europa.

in Borgogna in camper con i bambini. Abbazia di Fontenay

È molto grande e molto ben tenuto. Ci sono tutti gli edifici (tranne il refettorio) che componevano una volta un monastero, e rende molto bene l’idea che fosse un vero e proprio villaggio, e non una chiesa con un posto per i monaci per dormire.

C’è la chiesa, romanica, bellissima (vabbè, mi piacciono le chiese romaniche e gotiche, quindi vi dirò sempre che sono bellissime…), il dormitorio, il chiostro, la sala capitolare e la sala dei monaci e la “sala del riscaldamento” vicino all’antica cucina.
C’è l’edificio della foresteria, con una cappella dedicata ai pellegrini.
C’è il grande edificio della fucina, una vera e propria officina metallurgica con delle grandi sale e alcuni attrezzi in mostra.

in Borgogna in camper con i bambini. Abbazia di Fontenay

Per un lungo periodo, dopo la Rivoluzione Francese, fu riconvertito in una cartiera.
Oggi il luogo è gestito da privati e il biglietto d’ingresso non è proprio economico, ma noi l’abbiamo trovato davvero ben curato, dal parco alle fontane, a tutti gli edifici.


Guédelon, un castello dove vivere il Medioevo

E questo è il secondo posto imperdibile se venite da queste parti con i bambini. Potete considerarla come tappa anche se state viaggiando in auto dall’Italia verso Parigi.

C’è questo luogo in Borgogna quasi fuori dal tempo. Dico “quasi”, perché in realtà vive in un’epoca ben precisa: il XIII secolo. Una vera immersione nel Medioevo.

Qui, nel territorio di Treigny, c’è il villaggio di Guédelon, dove stanno costruendo un vero e proprio castello medievale, esattamente come facevano nel 1200, usando le stesse tecniche di costruzione, stesse conoscenze, persino gli stessi materiali.

in Borgogna in camper con i bambini. Guédelon

Il progetto è nato dal visionario proprietario del castello cinquecentesco di Saint-Fargeau, qui vicino. Trovò un’esperta che gli diede corda e diedero il via alla follia con l’intento di farlo diventare anche un laboratorio di conoscenza e un caso di studio.
Individuarono un luogo adatto, in una zona disabitata in un bosco, che aveva vicino tutto ciò che era necessario alla costruzione: la pietra, la legna, la terra adatta, l’argilla e ovviamente l’acqua.
La prima pietra fu posata nel 1997, e l’anno successivo il cantiere fu aperto al pubblico.
Oggi sono 300mila le persone che ogni stagione, da tutto il mondo, arrivano per visitare questo speciale cantiere.

Il progetto prevede di costruire un castello in stile filippino, cioè secondo lo stile in uso nel XIII secolo sotto il regno del re Filippo Augusto, con 6 torri di cui due ai fianchi del ponte levatoio, e il Palazzo del Signore all’interno delle mura.
I lavori sono lunghi, prevedono che termineranno nel 2023.

Chi lavora qui viene un po’ da tutto il mondo, ci sono persino australiani e, ovviamente, anche degli italiani.
Abbiamo avuto la possibilità di incontrare anche un italiano: Tito, che ci ha raccontato la sua storia. A Guédelon fa il muratore, ma di formazione è restauratore. Viene dalla Sardegna e qui ha trovato un lavoro che gli permette di far vivere l’arte e la storia.
Non ci crederete, ma chi lavora in questo cantiere speciale, apparentemente come operaio o manovale, o addirittura spaccapietre, spesso è uno storico dell’arte, o restauratore come Tito, o un artista.

in Borgogna in camper con i bambini. Guédelon
Tito al lavoro su una torre

Sono tantissime le cose interessanti che si scoprono in questo luogo.
Intanto, l’unica concessione alla modernità sono le misure di sicurezza per i lavoratori.
Per il resto, molte cose loro stesse le scoprono in fase di ricerca: per ogni passaggio bisogna capire come si faceva realmente nel 1200. Questo vuol dire ricerche su documenti dell’epoca, e non solo cartacei.
Abbiamo scoperto che una miniera preziosa di informazioni sul lavoro degli artigiani viene da quella che può essere considerata una sorta di cartellonistica pubblicitaria ante litteram: le vetrate delle chiese. Quella bellissima di Chartes, ad esempio, famosa per il blu dei suoi vetri, ha raffigurate anche scene di lavoro: le corporazioni di artigiani concedevano sconti ai committenti in cambio della possibilità di potersi pubblicizzare con una vetrata che li raffigurava al lavoro, cosa che permetteva visibilità e l’opportunità di essere chiamati a lavorare in altri cantieri.

O ancora: il mandante del progetto ha definito un budget e, proprio come nel XIII secolo, i soldi vanno ponderati perché, una volta finiti, il committente non ne ha altri da sborsare.
E così hanno dovuto riconsiderare l’idea di mettere finestre di vetro anche alla Sala Grande: il vetro costa troppo. La priorità – come allora – è andata alla Cappella: l’unico luogo del castello che avrà delle vetrate. Tutte le altre finestre verranno chiuse, come si usava secoli fa, con fogli di carta o pelli di animali, materiali più economici.
E i chiodi? Niente ferro, costa troppo. Non ce n’è uno solo in ferro in tutto il castello. Tutti i chiodi sono realizzati a mano e in legno.

È anche per questi motivi che quello di Guédelon viene definito “il più grande esperimento archeologico al mondo”, che si è conquistato collaborazioni con le università e gli istituti di ricerca.

in Borgogna in camper con i bambini. Guédelon

Il sito è aperto indicativamente da marzo a novembre. È chiuso nei mesi invernali perché a causa delle temperature più basse è impossibile procedere nella costruzione.
Ci sono anche dei laboratori dedicati ai bambini.
Gli orari e le date si trovano sul sito ufficiale.


Un’idea in più: visitare Vezelay

Il tragitto da Alésia a Guédelon è di circa due ore. Più o meno a metà si incontra la cittadina di Vezelay, che vale la visita.

Vezelay è un piccolo borgo medievale costruito su una collina, sulla cui cima sorge la basilica di Santa Maria Maddalena.

Fu un centro molto importante nel medioevo perché in questa grande basilica furono portate, di ritorno da un viaggio in Terra Santa, quelle che a lungo furono considerate reliquie della Maddalena.
(Io sulle reliquie sono generalmente molto scettica, che se le mettessimo insieme tutte costruiremmo svariati corpi dei principali personaggi della storia cristiana e inchioderemmo Gesù con decine di chiodi, ma vabbè…)

Comunque, questa presenza del corpo della Maddalena trasformò Vezelay in un luogo di pellegrinaggio. La storia di questo luogo è lunga e tormentata, ma vi segnalo due episodi.
Fu qui che Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury poi ucciso martire, lanciò la scomunica a re Enrico II d’Inghilterra.
E fu sempre da qui che Re Riccardo Cuor di Leone partì insieme al re di Francia Filippo Augusto (quello dell’epoca del castello di Guédelon…) per la terza crociata.

in Borgogna in camper con i bambini. Vezelay
La foto è del signor Fred Hsu e l’ho scovata su Flickr. Perché mi sono accorta che in due non abbiamo fatto uno straccio di foto… eravamo impegnati a cercare conchiglie.

Ancora oggi Vezelay è meta di pellegrini: quelli in cammino verso Santiago di Compostela, e infatti potete percorrere la via principale che conduce alla basilica seguendo le conchiglie del pellegrino incastonate tra le mattonelle della pavimentazione.
Le nostre bambine le hanno cercate e seguite tutte. Un buon modo per farle camminare…


Borgogna in camper: dove dormire

Vi segnalo due piccoli campeggi, essenziali, economici, in cui ci siamo trovati bene.
Il primo è a gestione familiare e adiacente a un laghetto e a un bel parco, il secondo è il campeggio dell’Ostello della gioventù e ha un refettorio comune che si può usare in caso di pioggia.

  • 1) Camping Municipal Alésia,
    15 Rue du Dr Roux, Venarey-Les-Laumes
  • 2) Auberge de jeuness et camping,
    Route de l’Etang, Vezelay

Buon viaggio!

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