3 idee per una edimburgo alternativa
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Edimburgo alternativa: tre villaggi fuori dal centro

I luoghi che dei nostri viaggi ricordiamo come i più speciali, che portiamo nel cuore come i più belli, sono quelli un po’ alternativi, nel senso che solitamente non sono citati nelle guide, che non rientrano tra le principali mete turistiche.
I posti più speciali per noi sono quelli dove nessuna delle persone che conosciamo è stato. Perché in qualche modo li sentiamo solo nostri, e custodiamo questo piccolo piacere.
Non vuol dire però che non ne parliamo, anzi: perché se un luogo ci ha lasciato qualcosa, lo raccontiamo sempre.

Così, quando visitiamo una nuova meta, una città, una regione, ci piace a un certo punto lasciare da parte le liste “le cose che dovete assolutamente vedere in uno, due, tre giorni” e ce ne creiamo una tutta nostra, anche con angolini o quartieri che stanno… più giù nelle classifiche.

Quando abbiamo visitato Edimburgo – capitale della Scozia – in inverno abbiamo così incluso qualcuno dei luoghi imperdibili – ovviamente – come il castello, il Royal Mile fino a Holyrood Palace, la Camera Obscura, i Christmas Market ai Prince Street Gardens e quelli su George Street, la colorata e scenografica Victoria Street e il Greyfriars Kirkyard, il cimitero del cagnolino Bobby e… di Tom Riddle, alias Lord Voldemort.

Ma dopo il secondo giorno abbiamo lasciato il cuore della Vecchia e della Nuova città – la Old Town e la New Town, che compongono il centro – e siamo saltati su un bus per allontanarci verso quartieri periferici, una volta dei villaggi a parte, con la loro specifica identità.

I primi due, in realtà, non sono così sconosciuti, anzi, ne parlano in molti, ma sicuramente non troverete la folla e, quando siamo stati noi, di turisti ce n’erano proprio pochi.

Nel terzo luogo che vi raccontiamo, invece, ci troverete praticamente solo gli scozzesi in gita. In gita al mare.

Ecco le nostre tre proposte insolite per vedere Edimburgo fuori dal centro


Edimburgo alternativa: il villaggio di Stockbridge

Lo chiamo villaggio perché, in effetti, in passato era un villaggio indipendente.
Oggi è un caratteristico quartiere della capitale scozzese e non è nemmeno troppo distante dal centro, anzi: se è vero che per andarci abbiamo preso un autobus in Prince Street per qualche fermata, il ritorno l’abbiamo percorso a piedi in poco più di un quarto d’ora.

Il centro del villaggio è il ponte che dà il nome alla zona e passa sopra al fiume di Edimburgo, il Leith. È un quartiere di case eleganti, negozietti di antiquariato e di artigiani alternativi.

Se cercate la foto da Instagram, quella che qui fanno tutti, dovete andare in Circus Lane.
Noi, manco a dirlo, ce la siamo dimenticata, persi com’eravamo a… mangiare.

edimburgo alternativa: stockbridge

Ci siamo venuti di domenica, e non è stato un caso, perché è il giorno dello Stockbridge Market, un bellissimo mercato di street food e produttori indipendenti e locali.
È aperto tutte le domeniche dalle 10 del mattino fino alle 5 del pomeriggio circa.

Noi siamo arrivati un po’ prima di mezzogiorno e ne abbiamo approfittato per assaggiare più cose a diverse bancarelle.
Se ovviamente la prima che abbiamo adocchiato, data la nostra passione, è stato il vecchio volkswagen westfalia giallo adibito a caffetteria, quelle su cui ci siamo lanciati davvero sono state quelle dello street food.
Ci siamo fatti tentare da quella che propone cibi tipici scozzesi rivisti secondo la cucina eritrea, da un tipico burger con salamella, uovo e bacon e dal giapponese che ci ha servito un buonissimo bicchierone di ramen.

edimburgo alternativa: stockbridge

Tra le bancarelle di artigianato e le stoffe tartan, tra alzatine di cupcake, banchi di pesce fresco e cesti di frutta bio, abbiamo fatto spesa e comprato, per le nostre cene in appartamento e da riportare in Italia, dei salamini di fattorie della campagna scozzese e un enorme pezzo di cheddar, formaggio per cui andiamo matti.

edimburgo alternativa: stockbridge
edimburgo alternativa: stockbridge

Cos’altro vedere a Stockbridge: una meta da segnalare, se vi piacciono i giardini, sono i Royal Botanic Garden, che da 350 anni raccolgono piante da tutto il mondo tra il giardino e le 10 serre che ricostruiscono diverse zone climatiche.


Edimburgo alternativa: il Dean Village

Da Stockbridge abbiamo fatto una passeggiata sul lungo fiume, la Water of Leith Walkaway, fino al Dean Village.

Un altro quarto d’ora di camminata in un parco un po’ selvaggio, che dà l’impressione di essere in un bosco (anche per la poca luce, e l’umidità e il fango dovuti al fatto di essere incuneati in una valle profonda e stretta: Dean vuol dire proprio “profonda vallata”).

Passiamo prima sotto il ponte di Stockbridge e raggiungiamo St Bernand’s Well, un tempio neoclassico del 1798: non si può entrare ma è decisamente coreografico per una foto.

edimburgo alternativa: dean village

È così che arriviamo al Dean Village, ex quartiere operaio con delle case storiche. Una volta, proprio per la sua posizione, era il villaggio dei mulini, ma oggi non ne sono rimasti.

Si può però dare un’occhiata a Well Court, un cortile di vecchie case di operai, risalente all’800, dove ancora vengono stesi i panni al centro della corte. Sono case private e abitate, per cui ovviamente ci vuole discrezione e rispetto: siamo pur sempre in casa d’altri.

edimburgo alternativa: dean village

Usciti da Well Court, sulla sinistra si trova un sentiero che porta a piccolo ponticello che attraversa il Leith: ed è proprio questo il punto più panoramico e più fotografato del Dean Village.
Questa volta la foto da Instagram ci ricordiamo di farla, anche se a noi serve soprattutto per il nostro personalissimo fotolibro di viaggio

edimburgo alternativa: dean village

Edimburgo alternativa: Portobello, il mare in città

La lascio come terza, ma dei tre quartieri è stato quello che più ci è rimasto nel cuore. D’altronde, come ho detto prima, meno un luogo è gettonato, più ce ne innamoriamo!

Così, una mattina abbiamo preso un bus (sempre da Princes Street) e in venti minuti, godendoci il panorama dal finestrino – passando accanto a Holyrood park dove si trova il palazzo della regina – abbiamo raggiunto un quartiere periferico di Edimburgo decisamente particolare: Portobello, un vero e proprio villaggio di mare.

edimburgo alternativa: portobello

Il vento invernale soffiava freddo, ma il fascino è stato impagabile. Palazzi vittoriani sul lungo mare, pub e bistro e gelaterie dall’atmosfera un po’ decadente, i pier che entrano nel mare, e una spiaggia enorme su cui le bambine non hanno resistito e hanno voluto giocare con la sabbia.
Col risultato di trovarsi con le dita congelate dopo poco, ma ne è valsa la pena.

edimburgo alternativa: portobello

Abbiamo pranzato in uno dei bistro del lungo mare, che all’interno sembrava un bellissimo pub di campagna.

edimburgo alternativa: portobello

E abbiamo visto salire la marea, che era al minimo quando siamo arrivati nella tarda mattinata ed è arrivata al suo massimo nel primo pomeriggio, quando il sole iniziava a tramontare, le ombre sulla sabbia diventavano sempre più lunghe e abbiamo deciso di riprendere il bus per rientrare verso il centro, verso casa.


Per la prima parte del racconto del nostro viaggio a Edimburgo, leggi qui

E qui se vuoi scoprire cos’è la Camera Obscura, il luogo delle magie di Edimburgo

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