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Prosecco e pannolini. La vita nascosta nelle liste della spesa

Chissà quante volte vi è capitato. Prendete un carrello del supermercato prima di entrare e ci trovate, accartocciati tra le griglie di metallo, i guanti della verdura e il foglietto appallottolato della lista di chi ha fatto la spesa prima di voi.

Giulio ha iniziato così, attirato da un brandello di scrittura, incuriosito di sapere cos’avesse comprato chi lo aveva preceduto, ma soprattutto immaginandosi chi l’avesse scritto, e il mondo in cui viveva.

«Ad affascinarmi erano soprattutto le grafie delle persone anziane, che si capisce che hanno una certa età perché scrivono tutti allo stesso modo, come i miei nonni. Ne ho raccolte alcune e mi si è aperto un mondo di suggestioni, di cartoline, di fotografie di un ambiente domestico in cui mi perdevo a immaginare dinamiche familiari e vite quotidiane».

Giulio Castoro, 33 anni, ha iniziato a raccogliere liste della spesa otto anni fa e da allora ne ha collezionate più di duemila.

«Sono ovunque, se sai dove guardare – spiega. – La maggior parte si trova nei carrelli nei parcheggi, ma le individuo anche sotto gli scaffali, abbandonate tra i flaconi del detersivo, persino nel banco frigo. Mi capita di raccoglierne anche cinque o sei alla settimana».

Nel frattempo però ha iniziato a pubblicarle anche sul suo profilo Instagram @insta_della_spesa, e da allora molte persone gli inviano le proprie liste, quelle di conoscenti, o quelle che trovano.
Tutt’ora, dice lui, gliene vengono mandate anche una trentina ogni giorno.

Le liste della spesa degli innamorati…

Si trovano nei luoghi più inaspettati, come a volte l’amore, racconta Giulio, che nella vita fa l’autore televisivo di programmi in cui i partecipanti single incontrano potenziali partner e, a volte, funziona anche. È un romantico, sia nel suo lavoro, sia nel suo hobby.

Tra le sue liste preferite c’è quella in cui, tra pasta e latte, una ragazza comunicava al fidanzato che erano finalmente proprietari anche di una casa. O ancora, quella in cui la “scrittrice” aggiungeva un appunto al marito di non perdersi a guardare la cassiera.

«Ma quella che mi ha fatto più tenerezza è quella scritta da una anziana per il compagno dove tra i prodotti da comprare gli chiedeva di ricordarsi, “per favore, anche il carbone vegetale per non scorreggiare di notte” – racconta ancora, – scritto proprio così, con il “per favore”. Non fa ridere, io ci ho letto tanta intimità, e anche tanta cura perché probabilmente lei non voleva, con il suo disturbo, dare fastidio al compagno con cui condivide il letto da una vita. Se non è amore una lista della spesa scritta così…»

… e quelle degli studenti fuori sede

Ci sono anche quelle divertenti. Il mondo degli studenti universitari che condividono appartamento e frigorifero fa sorridere i tanti che ci sono passati. «Sono le liste di quando sei squattrinato e l’obiettivo è riempire la pancia spendendo il meno possibile. La parola più usata è “economico”: si compra o si chiede “formaggio economico”, “hamburger economico”, alcolici a basso prezzo, con indicazioni come “vino basta che si possa bere”, oppure “pollo o qualcosa che ci faccia sentire ricchi senza esserlo”».

Otto anni di liste della spesa sono anche un bel quadro sociologico, per capire come sono cambiati i consumi degli italiani. I più anziani restano ancorati a termini di qualche decennio fa.

Prosecco o vermuth: questione di generazione

«Chi scrive vermuth ha sicuramente una certa età, perché i più giovani scrivono Martini. O l’idrolitina, si trova ancora scritto con quelle grafie più anziane – analizza Castoro. – Le coppie più giovani invece si riconoscono anche dai prodotti bio o vegani. Negli ultimi anni sono aumentati i prodotti come prosciutto vegetale, formaggio veggy, o ancora frutti di moda nelle ricette salutiste, come l’avocado, che ha visto un vero e proprio boom».

L’altro grande boom è stato il prosecco. Soprattutto durante il lockdown, chiusi in casa, tanti che avevano l’abitudine di un aperitivo al bar si sono attrezzati per farlo casalingo. E così l’alcool è stato un grande protagonista di queste nuove liste della spesa da pandemia.

La pandemia ha cambiato il modo di fare la spesa

«La pandemia ha cambiato le cose, e lo si legge anche in questi elenchi personali. È aumentato l’acquisto di alcool in tutti e due i sensi, quello da bere, ma anche quello per disinfettare. Ormai i prodotti per l’igiene si trovano spessissimo e in grandi quantità. Si trovano frequentemente altri prodotti che prima non c’erano praticamente mai, come il lievito».

Ma la pandemia ha cambiato anche il nostro modo di fare la spesa.

«Ci sono liste e appunti scritti su qualunque supporto: block notes, agende strappate, biglietti del treno o sul retro di uno scontrino, persino sulla carta di un cerotto. Ma oggi si trovano anche liste più corpose e organizzate. Durante il lockdown molte persone si sono trovate per la prima volta a mangiare in casa due volte al giorno, mentre la spesa si poteva fare una volta a settimana. Trovarsi a organizzare 14 pasti più le colazioni, magari per una famiglia, ha richiesto una gestione diversa, e si è visto: altro che foglietti, in quel periodo si trovavano anche fogli protocollo pieni».

Anche se per fortuna ritornano ancora quelle piccole note che raccontano che a volte, per sentirsi a casa, bastano due cose comprate alla rinfusa, che siano pure “prosecco e biscotti”.

Prosecco, pannolini e pappa per il gatto. Le liste sono diventate un libro

Le liste della spesa di Giulio sono da poco diventate un libro: si intitola Prosecco, pannolini e pappa per il gatto. Piccole grandi storie della nostra vita in 150 liste della spesa, pubblicato da Il Saggiatore a ottobre 2021.

Quando ha iniziato a lavorare al libro, Giulio aveva già raccolto circa duemila liste della spesa.

Ci ha messo qualche mese per riordinarle, selezionarne 150 e dividerle per categorie, a seconda degli autori: ci sono i capitoli dedicati alle liste di chi vive in famiglia, in coppia, di single, quelle scritte da anziani, da bambini, e persino quelle artistiche, dove i prodotti sono accompagnati da illustrazioni e grafie particolari.

Le liste arrivano da tutta Italia, perché Giulio, originario di Udine, negli ultimi anni ha vissuto in diverse città italiane e ha frequentato molti supermercati.

Ne esce un ritratto intimo di un’Italia osservata coma da uno spioncino, nelle proprie case e cucine, che racconta come le mode (e anche la pandemia) cambiano continuamente i consumi, e un po’ anche la nostra società.

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2021 di Scarp de’ tenis

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