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In camper a Siracusa: dove dormire e cosa fare con i bambini

Di guide della Sicilia sono pieni gli scaffali delle librerie, le liste d’attesa nelle biblioteche e persino le pagine dei blog di viaggio. Anche per quanto riguarda i classici elenchi di cose da fare o posti da vedere in Sicilia con i bambini ci sono molti contenuti sui travel blog.
E quindi non farò l’ennesimo post che ripete cose che potete leggere da altre parti.

D’altronde non mi è mai interessato e non è mai stato l’obiettivo di questo blog. Qui si raccontano storie, e allora anche la nostra Siracusa ve la voglio raccontare così.


Area sosta camper a Siracusa: la nostra esperienza a Ippocamper

Nel nostro viaggio #HerbertalSud di questa estate (chi ci ha seguito sui social lo sa: abbiamo traghettato dalla Toscana a Palermo, per girare a zonzo poi in Sicilia e risalire attraversando Calabria, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo e Lazio) siamo partiti avendo un’idea abbastanza definita del tour che avremmo fatto in Sicilia, e praticamente zero poi sul viaggio di risalita della penisola.

Ma avevamo già definito le aree sosta e le tappe notturne sull’isola. A Siracusa avevo già puntato una piccola area sosta: si chiama Ippocamper,

è situata fuori dalla città, in una zona industriale/commerciale, proprio vicino a un grande centro commerciale nuovo di pacca (così nuovo che non è nemmeno finito).

Le recensioni di questi posti, solitamente, sono varie: ci trovi persone che si lamentano dellaqualunque e altri che osannano l’esperienza. Di solito, dalle recensioni capisci più delle persone che dei posti di cui stanno parlando. In questo caso, però, mi aveva colpito che tutti i camperisti passati di qui avevano avuto splendide parole per i gestori, e se l’area non era proprio immersa in un luogo bucolico, la cura dei due proprietari compensava praticamente tutto, inclusa la location.

Mi sono fidata, l’ho scelta per il giorno del compleanno di Clara. E ho fatto bene.

ippocamper siracusa in camper

Qualche nota pratica. L’area è piccola e raccolta, circondata da una siepe che le dà quell’aria di entrare in un posto protetto. Gli stalli sono tutti ombreggiati con teli e alberi e per ciascuna piazzola sono messi a disposizione tavolo e sedie. Il blocco bagni è pulitissimo, ha docce fredde e calde, lavelli, tutto insomma. C’è anche un angolo ombreggiato – una specie di soft-area – dove sono messi a disposizione giochi per bambini.
Infine, c’è il servizio navetta, che ti porta fino ai luoghi turistici (Ortigia, la Neapolis, il mercato del mattino) a un costo da trasporto pubblico, bambini gratis.
Per quello che serve a noi, praticamente perfetta.

Il punto però non è il cosa, ma il come. E il come lo fanno le persone.

Al nostro arrivo c’era Maria Concetta, una donna che sa come trattare non da cliente, ma da ospite.
È stata lei che ci ha raccontato la storia della sua città con un entusiasmo che solo chi la ama e l’ha studiata a lungo può mostrare. D’altronde Maria, prima di gestire questa area sosta, è anche insegnante.

È stata lei che, all’arrivo di una famiglia in camper un’ora dopo di noi, ha portato i loro bambini a conoscere le nostre e ha presentato noi a Davide e Carla.
È stata lei che ci ha messo tutti al tavolo, davanti alla mappa, per spiegarci i quartieri di Ortigia (l’isola che è il cuore più antico e famoso di Siracusa), e indicarci i luoghi imperdibili di ciascuno, le storie e i suoi abitanti nel corso dei millenni. Lei a raccontarci le differenze urbanistiche della Giudecca, il ghetto ebraico, del quartiere arabo, di quello greco che mantiene ancora oggi la struttura a pettine, e di quello romano con le vie perpendicolari.

siracusa con i bambini
Ingresso a Ortigia

Lei che ci ha accompagnato con il pulmino a Ortigia, ancora raccontandoci i suoi mille segreti, e permettendo che gli incontri di quel giorno diventassero in qualche modo speciali.
Così speciali da trovarci a festeggiare il compleanno di Clara in otto invece che solo noi quattro.

Sono stati infine lei e Salvo, l’altro gestore dell’area sosta, a svegliare Clarotti il mattino dopo con un regalo tutto speciale per i suoi 5 anni (e anche uno per la sorella, che non sia mai fare differenze!), e per noi un bel sacchetto di limoni.

siracusa con i bambini

Questo intendo quando dico che ho scelto il posto giusto.


Cosa vedere a Siracusa con i bambini: il teatro dei Pupi

Abbiamo concentrato la nostra visita di Siracusa in due zone principali. Il primo giorno ci siamo dedicati all’isola di Ortigia, dove sono molte le cose da visitare.

Siracusa con i bambini

Noi – dato il gran caldo agostano e le poche energie – ci siamo limitati a passeggiare per le sue viuzze, vedendo le principali opere dall’esterno: la elegantissima piazza del Duomo con la chiesa costruita su quello che fu il Tempio di Atena, Fonte Aretusa con i suoi papiri, il Castello Maniace sopra tutti.

Siracusa con i bambini

Ma il quartiere della Giudecca è stato la nostra meta principale, perché ai bambini abbiamo regalato un’esperienza speciale: uno spettacolo del piccolo ma curatissimo Teatro dei Pupi.

Siracusa con i bambini

Temevo che si annoiassero o non apprezzassero lo spettacolo perché la trama era effettivamente complicata, e che faticassero a capire i dialoghi. Invece le bambine, che sono state accompagnate in prima fila (mentre tutti gli adulti venivano indirizzati nella seconda metà del teatrino) sono rimaste affascinate dai quei grandi e spettacolari “burattini” e dalle mani che intravvedevano muoversi sopra le tende, dando vita (e morte) alle scene e ai protagonisti.

Siracusa con i bambini

Cosa vedere a Siracusa con i bambini: la Neapolis

La mattina dopo invece, sotto un sole inclemente, abbiamo scelto di visitare l’area archeologica della Neapolis, che comprende alcuni dei resti più importanti della Siracusa greca e romana: il teatro greco, l’Ara di Ierone, dove sorgeva un enorme tempio che oggi dobbiamo in gran parte solo immaginarci, l’Anfiteatro romano e quella che forse è la parte più curiosa per i bambini: il cosiddetto Orecchio di Dionisio.

Siracusa con i bambini

Si tratta di una grotta dall’imboccatura stretta e altissima che riproduce un effetto acustico molto particolare, e a cui sono legate spiegazioni più o meno leggendarie, tra cui quella che vede protagonista il tiranno Dionisio che avrebbe usato la grotta per ascoltare di nascosto quello che dicevano di lui i suoi nemici imprigionati là dentro.

Per visitare il parco della Neapolis, se viaggiate con dei bambini, consiglio l’audioguida dedicata, che attraverso i racconti e gli incontri di una guida speciale – il giovane Archimede impegnato in una specie di caccia al tesoro – spiega ai più piccoli (ma anche ai grandi) storia e curiosità di ciascun punto di interesse.


Museo del carretto siciliano Aci Sant'Antonio

Se ti interessa il nostro viaggio in Sicilia, leggi anche:

Aci Sant’Antonio e il Museo del carretto siciliano

Per rivedere tutto il viaggio “Herbert al Sud 2019” cerca le storie sul mio Instragram tra gli highlights.

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