Bambina col grembiule azzurro
Pensieri

Una bambina col grembiule azzurro

Clara, che è la seconda, eredita quasi tutti i suoi vestiti dalla sorella, oltre che dalle cugine e da amiche. Come più o meno accade in tutte le famiglie, da sempre.
E la stessa cosa è successa con i grembiulini dell’asilo: lo scorso settembre ha iniziato la scuola dell’infanzia con un corredo di grembiulini colorati della sorella: rosa, giallo, verde.

Uno nuovo, però, siamo andati a comprarlo insieme, tutto per lei, come piaceva a lei. Ne ha visti alcuni e alla fine ne ha scelto uno azzurro a quadretti, con il disegno di Topolino e la cerniera invece dei bottoni.
Lei era piccina e anche la taglia più piccola le stava un po’ grande, ma finora è sempre stata orgogliosa del suo grembiule di Topolino.

Questa mattina, pescando un grembiule pulito dall’armadio, le ho chiesto «quale ti prendo?».

«Quello azzurro non lo metto più, mamma. Mi dicono che sembro un maschio».

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, e pensavo che mi sarebbe salito il sangue al cervello. E invece no, mi è quasi scappato da ridere. Quasi.

«Okay, se non lo vuoi non lo mettiamo più. Ma a te piace ancora quello azzurro?».

«Sì, mi piacciono tutti. Mi piace il rosa e mi piace l’azzurro».

«Allora la prossima volta rispondi a questi bambini che tu sei una femmina anche se ti piace l’azzurro, e che te lo metti finché ne hai voglia tu. Adesso non ti preoccupare e dimmi: quale vuoi mettere, rosa, giallo o verde?».

«Metto quello azzurro!».

Tiè. Orgoglio de mamma.

 

Breve storia del rosa e dell’azzurro.

Se cercate qualcosa sulla correlazione tra i colori dei vestiti e i bambini, nella storia degli ultimi secoli, scoprirete che il legame rosa-femmina e azzurro-maschio è piuttosto recente, risale al secondo dopoguerra.
(Potreste leggere un excursus tracciato con ironia dalle penna di The Queen Father, ma poi magari mi dite che lui è di parte perché gay, allora vi lascio anche questo link sul Post)

Nelle riviste di moda della fine dell’Ottocento e della prima metà del Novecento si proponeva il rosa come colore per i maschi (un colore vicino al rosso, considerato più forte e deciso) e l’azzurro per le femmine (un colore delicato, che richiama anche il manto della Madonna). E già qui, nemici del gender, potete rilassarvi, si proponeva comunque la correlazione maschio-forte e femmina-delicata e fragile.

Ma, in generale, a lungo il rosa è stato considerato un colore asessuato, unisex, e lo indossavano tranquillamente uomini e donne. Mentre per i bambini, maschi e femmine, si usavano colori neutri scelti in base alla facilità di lavaggio. Ad esempio il bianco, che è quello più facilmente candeggiabile.

Quindi, mettiamoci tutti l’anima in pace e che mettano il colore che vogliono.

L’importante è che non stinga in lavatrice.

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