Nel Parco Veneto del Delta del Po
Prima di sfociare nel mare Adriatico, il Po si divide in diversi rami.
Ve lo ricordate? L’abbiamo studiato sui libri delle elementari. È il Delta del Po.
Però, se non ci siete mai stati, mettete in conto di visitare almeno una parte di tutta questa enorme zona, perché è bellissima: le lagune, le isole, gli argini che dividono la terra in basso da un lato e i canali in alto dall’altra, il fiume che incontra il mare e segna un confine visibilissimo che divide l’acqua di due colori diversi.
Il Delta del Po, in realtà, è grandissimo.
Si chiama così la parte romagnola, che include le Valli di Comacchio per intenderci.
E poi c’è il Parco Veneto del Delta del Po, nel Polesine, provincia di Rovigo, dove abbiamo trascorso una settimana quest’estate, dopo averlo attraversato un paio di anni fa e esserci ripromessi di tornare.
Inizia là dove il grande fiume Po inizia a dividersi nei suoi diversi rami finali: il Po di Goro a sud, che continua a tracciare il confine tra Veneto ed Emilia Romagna, il Po della Donzella (chiamato anche il Po di Gnocca), il Po di Tolle, il Po della Pila.
Il Po di Venezia, che oggi è il ramo centrale, quello che i veneziani scavarono per deviare il corso del fiume che, nei secoli, stava risalendo sempre più a nord e rischiava di arrivare a interrare la loro laguna.
E poi risalendo ancora verso nord il Po di Maistra, il Po di Levante e mille altri canali che vanno verso il mare.
Un luogo formato, e poi distrutto, e poi ancora formato e modellato dall’acqua: dalla terra che l’acqua porta e da quella che poi sommerge.
L’uomo ci ha sempre messo mano, per adattarsi, per conquistare terra all’acqua, per ricavarci vita.
Nel Delta del Po è facile trovare barche che permettono di fare escursioni in laguna. Ti portano nei canali, tra i canneti, puoi vedere garzette e cormorani, aironi cinerini e anche gli aironi bianchi.
È un punto di vista sempre diverso, quello dall’acqua.
Nella nostra escursione sul Po di Tolle abbiamo guardato delle terre che altrimenti non avremmo visto.
Terre che l’uomo ha strappato al fiume e poi il fiume ha ritolto, e sono state abbandonate.
Ci sono i casoni e le stalle e i campi che sono stati usati fino agli anni ’50, quando l’estrazione del metano ha fatto sprofondare la terra e ha permesso al fiume di riprendersela trasformandola in laguna.
Incuneata tra il Po di Gnocca e il Po di Tolle è la grande Isola della Donzella.
Qui c’è la Sacca degli Scardovari, un golfo che accoglie e abbraccia l’acqua del mare restituendo dei colori magnifici.
È proprio passando sulla strada panoramica che circumnaviga la Sacca che ci eravamo detti “torneremo”, affascinati dall’azzurro splendente dell’acqua da una parte e dal verde smeraldo delle risaie dall’altra (a proposito, lo sapete che il riso è uno dei prodotti tipici del Delta del Po?).
Lungo tutta la costa della Sacca ci sono i casotti di legno dei pescatori: sì perché in questo è un luogo di allevamento di molluschi, soprattutto cozze e vongole.
E ragazzi, che cozze! No, lo dico seriamente: se passate di qui una ciotola di cozze al pomodoro è la prima cosa che dovete prendere.
Al largo ci sono anche allevamenti di ostriche, molto più recenti, ma sembra molto più difficile trovarle nei ristoranti del luogo: pare che al momento servano altri mercati ma non quello locale.
Il punto più a est dell’Isola della Donzella è Porto Barricata: posto di mare, proprio di quelli dove le domeniche d’estate fai fatica a trovare un buco per parcheggiare, dove tutti si riversano in spiaggia in costume e infradito.
La spiaggia della Barricata è oltre l’argine, oltre il piccolo porto di barche, oltre il Po di Tolle.
Una lunga lingua di sabbia con gli stabilimenti balneari, lettini e ombrelloni e bar sulla spiaggia.
Eppure, in un certo senso, è diversa.
Perché si trova proprio un’isola, e la si raggiunge per sei mesi all’anno tramite un ponte mobile, mentre da autunno a Pasqua resta isolata, accessibile solo via barca, spoglia e riconsegnata alla natura.
Il ponte mobile della Barricata è costruito sopra delle barche ed è comandato da un piccolo casotto dove i custodi aprono il ponte che ruota per lasciare passare le barche e lo richiudono per far passare pedoni, bici e auto dirette alla spiaggia.
Di notte il Po resta aperto e quindi la spiaggia va lasciata entro le 21.30, altrimenti si è costretti a dormire in spiaggia e aspettare la riapertura del passaggio pedonale al mattino dopo.
«A fine settembre lo smontano, lo portano proprio via, tutto il ponte – ci raccontano una sera i custodi di turno, un coppia sulla settantina – e lo rimontano a Pasqua».
Loro abitano nel Delta, ma in un paese un po’ più all’interno, ad alcuni chilometri di distanza. «Qui proprio qui non ci vivrei – dice lei. – D’inverno c’è niente, si vede niente qui, c’è tutta nebbia sul fiume e basta. D’estate le zanzare e d’inverno la nebbia».
E però, quanto è affascinante.
6 commenti
Gemma Jeva
Davvero interessante il tuo resoconto, grazie! Spero di andarci quanto prima…
Marta Zanella
Se ci andrai fammi sapere se lo trovi affascinante quanto noi! (e non dimenticare l’antizanzare 😜)
stefano
Bel servizio.
Una precisazione, per fugare il dubbio che si possa arrivare in spiaggia con le auto: il ponte mobile di Barricata è SOLO pedonale (fino a poco tempo fa era vietato entrare in spiaggia anche in bicicletta!); le auto NON possono accedere alla spiaggia.
Solo per i gestori degli stabilimenti viene fatta una deroga, dal momento che hanno la necessità dei rifornimenti e di portare via l’immondizia (tra cui moltissima creata e lasciata sul posto dai bagnanti!).
Inoltre, la classica disposizione di lettini ed ombrelloni tutti incolonnati la si trova solo nei primi 300-400 metri di spiaggia più vicina al ponte d’accesso. Ma basta camminare un po’ oltre e si arriva dove ognuno può piazzare il proprio telo come e dove vuole (o anche indicare al gestore dove mettere lettini ed ombrellone presi a noleggio).
Marta Zanella
Grazie per la precisazione!
(Sì, anche noi siamo andati fino alla spiaggia libera. Anzi, quando siamo andati noi era nuvoloso e liberissima. Tutta per noi!)
Lisa
Ciao, che bel resoconto! Potresti aggiungere dove avete dormito con il van? Grazie
Marta Zanella
ciao, noi siamo stati in vacanza super relax al Campeggio villaggio Barricata, ma se ti interessa una sosta libera e veloce, proprio davanti al campeggio c’è un grande parcheggio su prato dove sostano molti camper. Attenzione però che d’estate nei fine settimana si riempie molto in fretta