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a Milano,  Incontri

«Chi chiama cerca la Paola», da 25 anni volontaria a Casamica

Alla fine della prima sera che la Paola ha passato come volontaria in uno degli appartamenti di Casamica, si è detta «mai più».
Che non fosse un tipo di volontariato facile, gliel’avevano detto, e anche oggi lo spiegano bene a tutti coloro che vogliono fare i volontari qui.

Casamica è un’associazione di volontariato che ha iniziato il suo lavoro 30 anni fa a Milano, per dare una casa a quelle persone malate (e ai loro familiari) che dal resto d’Italia vengono a Milano proprio per farsi curare negli ospedali specializzati della città, e che non hanno però un posto dove stare, se non viene dato loro un letto in ospedale.

L’associazione gestisce a Milano, con l’aiuto di 90 volontari, 4 case di accoglienza per un totale di circa 100 posti letto.

«Essere volontari a Casamica vuol dire essere disposti a donare il proprio tempo, a mettersi in gioco nell’incontro con gli altri, con famiglie che stanno affrontando esperienze particolari. A volte sono incontri duri. Ma da cui si può anche ricevere molto», mi racconta Stefano Gastaldi, che è il direttore di Casamica.

La Paola, la sua prima sera, l’ha spesa qui 25 anni fa.
Lo sapeva che avrebbe incontrato famiglie che stavano affrontando la malattia, quelle malattie gravi per cui attraversi mezzo paese, alla ricerca della speranza.
Ma poi incontrare davvero quelle storie, i volti e le emozioni delle persone, guardare in faccia il dolore, la speranza, la paura, e rileggersele riflesse nel cuore le ha fatto pensare che fosse troppo per lei, non lo voleva più rifare.

Eppure, nonostante quello che si era ripromessa, ci ha riprovato. Ha trovato il coraggio per ritornare una seconda volta, e poi una terza.

A incontrare, chiacchierare, dare una mano a trovare dove fare la spesa, anche farsi due risate insieme, perché la vita resta questa nonostante tutto.
E allora non ha più smesso.

Durante le sue vacanze estive, ogni due o tre anni, organizza un suo personalissimo giro d’Italia, e va a trovare “le sue famiglie” a casa loro, perché i legami che si creano, in questi mesi speciali, sono qualcosa di molto forte.

Qualche anno fa ha lasciato il suo lavoro da architetta ed è andata in pensione. Allora, al suo vontariato nelle case, ha aggiunto anche il servizio al centralino.

Quando le famiglie stanno per spostarsi a Milano o sono appena arrivate, in quella fase di spaesamento in cui non sanno a chi chiedere aiuto, dove andare, come trovare un sostegno, e chiamano Casamica, dall’altra parte del telefono risponde la Paola.

«Lei è il primo impatto, la prima voce, il primo incontro con l’associazione – racconta anche Stefano. – E la cosa bella è che molte volte chi richiama cerca la Paola, perché la Paola è davvero un punto di riferimento. E questa è una cosa incredibile».

Qui vi ho raccontato come è nata CasAmica e la storia – fortissima – di Alessia, una ragazza che è stata ospitata qui e che ha lasciato un dono speciale, il suo diario scritto durante la sua malattia.

2 commenti

  • michele faracci

    Ciao Marta,
    per motivi di teatro sono stato in contatto con Le Griot, un gruppo di donne che, per qualche tempo, si era anche affiliato al Gatal. Poi il destino ha sottratto alla vita una o due componenti e ho pensato che il gruppo si fosse sciolto.
    Se non erro è invece in attività.
    Mi segnali, per cortesia, un contatto?
    Mi piacerebbe proporre loro una serata.
    Lottare contro una malattia terribile e spesso senza scampo…..danzando alla vita.
    E’ meraviglioso e commovente nello stesso tempo
    E’ come dare voce e corpo alla speranza !

    E poi mi dai un contatto anche con Paola di CasAmica ?

    Non so cosa ne sortirà, ma mi piacerebbe fare da cassa di risonanza per questi due casi.

    Saluti cari.
    michele

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