Famiglia Lanfranconi La Vallescura
Emilia Romagna,  in giro,  Incontri,  Italia

La Vallescura, la prima malteria contadina d’Italia

Ci sono dei luoghi in cui o ci vai apposta, o non ci capiti per caso.

La Val Luretta è un posto così, una piccola valle cieca nell’Appennino piacentino, in mezzo a due ben più famose e di passaggio: la Val Trebbia e la Val Tidone.

Uno di quei posti che stanno tornando di moda ora, perché di sicuro non ci trovi le folle e il distanziamento è assicurato.
Noi ci siamo andati apposta, ma non in questi giorni. La nostra visita risale più o meno a un anno fa, anche se solo ora trovo l’occasione per raccontarvela.
Ci siamo andati a cercare una famiglia che aveva una bella storia da conoscere… e l’abbiamo trovata.

paorama Val Luretta da La Vallescura

Anche Mauro e Giovanna ci sono venuti apposta, in questo luogo.
Anzi, l’hanno proprio scelto: più di trent’anni fa, quando decisero – forse con un colpo di testa, ma sicuramente con molta passione per la vita a contatto con la terra – di lasciare la provincia di Lecco in cui erano nati e cresciuti e andare «a fare i pastori sull’Appennino».
Da allora la storia della loro famiglia si è intrecciata a più fili con queste colline, tra i boschi e i campi attraversati dal torrente Luretta, e racconta di capre e formaggi, di maiali e birra, di acqua e terra, di fatica e dolore e soddisfazioni.

Giovanna e Mauro Lanfranconi sono due tipi così: a vent’anni comprarono una baita sul lago e dopo qualche anno decisero che fosse il momento di rendere definitiva la loro scelta: vendettero la baita «e anche la moto, e ci decidemmo a fare un investimento qui», raccontano. Era il 1985.
«Per ventisette anni abbiamo fatto i pastori. Abbiamo preso capre e pecore, oltre alla stalla abbiamo costruito il caseificio e producevamo formaggio».

campi intorno a La Vallescura

Quando fai questo lavoro non hai domeniche, né ferie, ma negli anni il loro piccolo angolo di paradiso se lo sono costruiti qui, a bordo del torrente. L’attività andava bene, i loro formaggi erano venduti in un circuito di negozi bio ed esportati anche in Germania e negli Usa.
Sono arrivati tre figli, prima Daniele, poi Valeria e infine Giacomo.
Vicino alle stalle e al caseificio, in una sorta di piccola corte agricola, c’era anche la loro casetta e avevano aperto un agriturismo con un ristorante e un piccolo appartamento vacanze.

Poi, a volte, la vita sconvolge tutto quello che con fatica hai costruito. Nel giro di pochi anni, i Lanfranconi si sono trovati ad affrontare sfide e dolori. Prima la malattia di Giovanna, che scoprì di avere un tumore al seno, e la costrinse a rallentare e ad abbandonare una parte delle loro attività.
I ragazzi però nel frattempo erano cresciuti, e Daniele propose al padre di iniziare un nuovo progetto.

Nel 2007 Daniele, il primogenito, ha 24 anni e un sogno: ampliare l’attività di famiglia iniziando a produrre birra. Non è un’idea nuova, ma il momento è molto buono. Sono gli anni in cui iniziano a moltiplicarsi i microbirrifici e nasce – di fatto – una nuova moda, quella della birra artigianale.

Birra La Vallescura

Loro, nei terreni che coltivano, hanno sei ettari a orzo e farro biologico: il progetto di Daniele è quello di produrre una birra “contadina” – la chiamano così per sottolineare il loro lavoro e la loro tradizione (anche il nonno era contadino) – da filiera interamente bio.

Ma quando si tratta di trasformare l’orzo in malto emerge un grosso problema.

«A parte quelle industriali, in Italia non c’era nessuna malteria artigianale. Il nostro orzo lo dovevamo portare in Germania, ma lì scoprimmo che il nostro orzo biologico veniva messo in una grossa cisterna insieme ai cereali di altri produttori sconosciuti, e dopo il processo ci veniva restituita la quantità equivalente di malto, ma di cui non sapevamo più nulla. Per quanto ne sapevamo, avrebbe potuto essere malto da cereali coltivati con diserbanti e glifosato».
A Daniele questo non andava bene.

Contattano alcune ditte cercando chi avrebbe potuto produrre una piccola malteria artigianale.

La trovano in Veneto e sembrano pronti a partire.

orzo bio de La Vallescura

Ma il dramma più grande li travolge, letteralmente, il 28 aprile 2009: un pezzo di collina si stacca e la terra frana sopra l’agriturismo, il portico, la stalla. La loro stessa abitazione è dichiarata inagibile.

«Abbiamo fatto i bagagli della nostra vita in un giorno e dalla mattina alla sera abbiamo lasciato la nostra casa», racconta Giovanna.
«Certe volte mi veniva voglia di andare a nascondermi nel bosco a piangere, ma c’era da rimboccarsi le maniche – riconosce Mauro con quella praticità concreta dei contadini. – Ci ha salvato la malteria. È stato lo strumento che ci ha permesso di ripartire: nel 2010 per legge era stata riconosciuta come tipologia la “birra agricola”, prodotta da chi affianca questa attività a quella agricola.
Ci fu il boom e aprirono circa 150 birrifici artigianali in tutta Italia. Chi, come noi, cercava la possibilità di maltare in piccole quantità si ritrovava con lo stesso problema che avevamo incontrato noi qualche anno prima, ma noi ora potevamo offrire questo servizio».

Ancora oggi, a distanza di dieci anni, ci sono solo quattro impianti di questo tipo in Italia, e loro trasformano i cereali di una trentina di microbirrifici.
E la loro birra, “La Vallescura”, è davvero il frutto di un modo di vivere che è rispettoso di tutto il ciclo della natura.

Birra La Vallescura

«Usiamo acqua di sorgente. E nella nostra birra non c’è nessuna aggiunta chimica, nonostante per legge si possa farlo e non sia necessario segnalarlo in etichetta. La differenza? Puoi berne dei litri, e il mattino dopo non hai né mal di stomaco né un accenno di mal di testa», è una delle cose che Daniele spiega come esempio.
«Per fare la nostra birra usiamo solo i chicchi di orzo più grossi – spiega Mauro sollevando da un sacco una manciata di cereali e mostrandoceli – mentre quelli piccoli vengono usati per nutrire le scrofe che abbiamo in stalla. Non si butta via niente».

La frana di dieci anni fa ha ridisegnato anche i ruoli in famiglia. Anche gli altri due figli, Valeria e Giacomo, hanno preso in mano la loro parte, e oggi La Vallescura è davvero un’azienda familiare, in cui Mauro è pronto a passare le redini.

Hanno comprato una vecchia trattoria chiusa da tempo, quattro chilometri più a valle, e lì hanno riaperto il loro agriturismo.

Agriturismo La Vallescura - entrata

In cucina c’è Valeria, supportata da Giovanna: sono loro a sfornare l’altra specialità di famiglia: il maialino a km zero.
In sala, responsabile del ristorante è Giacomo, il più giovane.
Daniele è il mastro birraio e si occupa completamente del birrificio. Mauro gli dà una mano con la maltatura, ma continua a seguire i campi e l’allevamento dei maiali.

Presto, per lui, arriverà il tempo per la pensione, e l’azienda sarà definitivamente nelle mani dei tre fratelli. Con i loro progetti già in fase di studio.
«Abbiamo costruito tutto noi qui – Mauro indica quello che ha intorno. Oltre al casolare del ristorante, hanno appena inaugurato un locale aperto da 150 coperti per la bella stagione, c’è un bel giardino, un laghetto con le ninfee e una casetta sull’albero in riva al torrente per i bambini. – Per me e Giovanna è ora di goderci i nipoti e il piccolo angolo di paradiso che abbiamo costruito, legno dopo legno».


Questa storia è stata raccontata anche sullo streetmagazine Scarp de’ tenis

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