Il villaggio operaio di Crespi d'Adda
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Il villaggio operaio di Crespi d’Adda: una gita in famiglia

Ricordo, quando ho visitato per la prima volta il famoso Padiglione Zero all’Expo di Milano del 2015 – il primo padiglione, quello con la storia dell’umanità, per intenderci – dicevo, ricordo l’emozione di trovare nel plastico che riproduceva i momenti salienti della storia dell’economia la riproduzione del villaggio operaio di Crespi d’Adda.

Quel posto così “poco di moda”, eppure sempre così affascinante, quel posto in cui ci hanno portato tutti da bambini (qui in Lombardia) anche se non era un parco dei divertimenti, quel piccolo villaggio nato da un’intuizione illuminata in un’epoca in cui iniziava a contare solo il profitto, era stato inserito in un plastico sui luoghi importanti nella storia del mondo.
Ecco perché quell’emozione.

La zona in cui abitiamo ha vissuto per un lungo periodo basandosi sull’industria tessile (alzi la mano chi non ha una nonna o una zia che abbia lavorato in tessitura o stamperia), e trovo affascinante scoprire questa parte della nostra storia.
Ogni tanto la ritroviamo nei nostri viaggi (dal Museo della Scienza e dell’industria a Manchester al presepe di Crevenna), e in lista ho ancora qualcos’altro…

A Crespi d’Adda siamo tornati con le bambine un paio di volte negli ultimi anni, e vi voglio raccontare qualcosa di questo posto.

Crespi d'Adda - la chiesa
Crespi d’Adda – la chiesa

Se abitate in Lombardia o dintorni, una gita è imperdibile, soprattutto in questo periodo di gite dentro i confini.

Ma è un posto che ho consigliato spesso anche ai molti che da tutta Italia si organizzavano per andare al parco dei divertimenti Leolandia: ecco, quando si tornerà alla normalità, e tornerete in Lombardia e magari a Leolandia, e cercate qualcosa da fare nei dintorni, Crespi d’Adda è la meta numero 1, a dieci minuti dal parco divertimenti.

Crespi d’Adda: perché è così speciale?

Si trova nel comune di Capriate San Gervasio proprio sul confine tra la provincia di Milano e Bergamo, sull’Adda insomma, il fiume che per lungo tempo ha segnato un confine ben più politico: quello tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia.

Crespi d’Adda è un villaggio operaio fondato dall’imprenditore illuminato Cristoforo Benigno Crespi nel 1876 e che ha conosciuto il suo splendore fino agli anni ’20 del ventesimo secolo.

Visitarlo oggi dà la sensazione di fare una viaggio nel tempo, perché il paese è praticamente come allora, e per questo oggi Crespi d’Adda è Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Crespi d'Adda - la fabbrica
Crespi d’Adda – il cotonificio con l’iconica ciminiera e il cancello ormai chiuso.

La storia di Crespi d’Adda

Cristoforo Crespi fa parte di una famiglia di industriali del settore tessile, viene da Busto Arsizio, all’epoca città al centro del polo industriale tessile della Valle Olona.
Negli anni ’70 del 1800 identifica un luogo sulle rive dell’Adda adatto a impiantarci un nuovo cotonificio, proprio perché sfrutterebbe la presenza del fiume.

Nel 1876 inizia la costruzione non solo di un’industria, perché accanto alla fabbrica costruisce anche case per gli operai, villette e ville per i capireparto e i dirigenti.

Le case operaie sono luminose e aerate, con un piccolo fazzoletto di terra.
È quasi una rivoluzione.
Ma non solo.

Crespi d'Adda - le case degli operai
Crespi d’Adda – una delle villette bifamiliari assegnate agli operai. Sono tutt’ora abitate

Accanto alle case, affianca i servizi fondamentali: una mensa, l’asilo, la cooperativa (la bottega, insomma). I bagni pubblici e l’ospedale. Il dopolavoro con attività organizzate. La scuola, gratuita e obbligatoria.
Il villaggio è pensato perché la comunità potesse stare bene.

Crescono la chiesa, il teatro, un albergo, il cimitero. Per sé costruisce una villa-castello.

L’epoca d’oro di Crespi finisce negli anni ’20, con il decennio iniziato con gli scioperi e le proteste dei lavoratori pendolari che non usufruivano dei servizi del villaggio e terminato con la crisi del’29.

Crespi d'Adda - le fabbriche
Crespi d’Adda – le fabbriche chiuse

Per carità, non era tutto una meraviglia. Lavorare nel cotonificio esponeva a rischi e malattie. Ci sono stati incidenti mortali a causa di incendi, esplosioni dei macchinari, e soprattutto molti soffrivano di malattie polmonari dovute ai pulviscoli inalati.
Anche qui ci furono malattie ed epidemie. Visitando il cimitero, si trovano molte tombe di bimbi piccoli morti durante due epidemie tremende, la spagnola e una gastroenterite.

Crespi d'Adda - il cimitero
Crespi d’Adda – il cimitero

Ma anche il cimitero oggi resta a testimonianza dell’idea di Crespi, secondo cui l’imprenditore doveva prendersi cura delle famiglie dei suoi operai, dalla nascita fino alla morte.

È anche per questo che nel 1995 l’Unesco lo ha proclamato Patrimonio mondiale dell’umanità.

Oggi Crespi d’Adda resta l’esempio più integro e meglio conservato di villaggio operaio in Europa.

Cosa si può vedere oggi a Crespi d’Adda?

Crespi d’Adda non è un museo a cielo aperto, è un paese vero, ancora abitato.
Quindi si possono percorrere liberamente le strade del villaggio, osservando l’architettura e le case.
Il cimitero è visitabile, sempre ricordando che si tratta di un luogo di memoria, e non un monumento qualsiasi.

Crespi d'Adda - la scuola visitor center
Crespi d’Adda – la scuola, oggi ospita il visitor center

Per approfondire la visita, partendo dal Visitor Center e dal materiale che mette a disposizione, o attraverso delle visite guidate, allora Crespi va visitato tra marzo e novembre.

Le visite guidate sono organizzate nei pomeriggi delle domeniche e dei giorni festivi (sempre da marzo a novembre), il costo è 6 euro mentre per i bambini fino a 6 anni è gratuito.
* Il visitor center ha riaperto il 18 maggio 2020

La visita alla centrale idroelettrica del cotonificio di Crespi

Nei primi anni del ‘900 sia il cotonificio, sia il villaggio avevano sempre maggior bisogno di energia che la vecchia centrale idromeccanica non riusciva più a soddisfare, e così Crespi pensò che fosse il momento di sfruttare l’acqua dell’Adda per costruire la sua centrale idroelettrica.

Crespi d'Adda - centrale idroelettrica
Crespi d’Adda – viste della centrale idroelettrica

Sono diverse le centrali create in quegli anni sul corso dell’Adda, quella di Crespi è la più piccola, ma molto bella: si ammirano l’architettura e le decorazioni in stile Liberty, il parquet originale (si può camminare solo su delle passatoie per non rovinarlo) e alcune attrezzature d’epoca, come il pannello di comando e la teste delle turbine del 1909.

La centrale idroelettrica di Crespi d'Adda
La centrale idroelettrica di Crespi d’Adda

La centrale idroelettrica ha smesso di essere usata nel 2009, poi nel 2015 è stata ristrutturata e rimessa in funzione.
Normalmente, da marzo a novembre, nelle prime e terze domeniche del mese , si può accedere con una visita guidata alla Centrale idroelettrica lungo l’Adda.
Il costo è di 6 euro per gli adulti, gratis sotto i 6 anni.
Ma dato il periodo, meglio verificare prima date, orari e modalità di apertura.


* tutte le foto del post sono state scattate prima dell’emergenza Covid-19

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