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Racconto di Natale sulla 94

Ormai c’è una piccola folla sul marciapiede, quando finalmente arriva.
Sulla 94 i passeggeri sono già stipati, coi loro giacconi e pacchi da regalare, ma riescono comunque a stringersi e far salire anche la ragazza bionda con la sua carrozzina.
Sembra giovanissima, così tanto che non capisci se è la mamma o la baby sitter.
Per farle spazio, un tizio con lo zaino del computer in spalla fa mezzo passo indietro, schiacciando la borsa quasi in faccia all’uomo seduto sul sedile basculante dietro di lui.

L’uomo, sembra dell’est, per un impercettibile momento sembra voler appoggiare la faccia allo zaino, come per riposare, come fosse un cuscino.
Ha una coperta sulle gambe, il giaccone un po’ sporco, ma neanche tanto per uno che evidentemente non ha casa.
E non puzza, per niente. Anzi.
In tutto il bus si sente fortissimo un profumo balsamico.
Viene da lui. Dalla tasca gli spunta un grosso tubo di crema.
Si riprende subito e risolleva di scatto la testa. Ha gli occhi azzurrissimi, quasi di ghiaccio, e la pelle liscia, senza rughe, senza i segni del tempo e della strada.

La ragazza con la carrozzina scende, lui si trova faccia a faccia con una bionda di mezza età, imbronciata per il ritardo del bus e per chissà che cosa.
«Vivo per strada, signora, mi può dare qualche soldo?».
Lei lo fulmina, stringe le labbra e poi risponde «non ho capito».
«Vivo per strada, ha un soldo per me?».
Non risponde più e gira la testa. Poi prenota la fermata e si prepara a scendere frugando in borsa. «Ecco, per te», dice al senzatetto mettendogli in mano cinque euro.

«Sto cercando un avvocato che dia ripetizioni a mio nipote – dice all’improvviso l’anziana sciura seduta di spalle a lui. Si rivolge a chi è seduto intorno a lei – Lei conosce qualcuno che può farlo?». Dietro di loro, il senzatetto scende. Lei si mette a conversare con la vicina di posto. Del nipote, dell’università, del ritardo dei mezzi sotto Natale e di quel profumo fortissimo che si sente ancora.
È allora che apre la borsetta, tira fuori qualche moneta e si gira.
«Ma dov’è finito il signore che vive per strada?!», chiede, stupita di non averlo visto scendere.
«È sceso un paio di fermate fa», risponde qualcun altro.
Si alza, «va beh, pazienza». Richiude la borsa e si prepara. «Arrivederci signori, buon Natale!».

2 commenti

  • Marzia

    Grazie Marta per aver condiviso questa storia, un storia di tutto i giorni. Molto spesso ci sfuggono queste realtà e tu invece sai coglierle e raccontarle con quella dolcezza e sensibilità che ti contraddistingue. Buon Natale alla vostra bella famiglia e speriamo che lo sia per tanti…

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