cura degli anziani
Pensieri

Quel prendersi cura che ti insegna a rispettare la dignità

19 giugno 2018

“Oh mummy, dear, we’re not the fortunate ones…”

Lo sai mamma, che su queste cose noi non siamo mai state fortunate.
Ad esempio quando guardiamo quanto sono felici e spensierate le spose e pensiamo che noi felici lo eravamo pure, ma spensierate proprio no.

Però in fondo le date, le ricorrenze e i simboli ci piacciono molto. Allora forse un regalo grande te l’ha fatto, lui: quello di chiudere un cerchio.

L’abbiamo raccontato tante volte oggi: 40 anni fa lui ti ha accompagnato all’altare, oggi, 40 anni esatti dopo, lo hai accompagnato tu.

Non hai niente da rimproverarti, rinfacciarti, dubbi da farti venire: hai dato tutto il massimo, fino al punto perfetto.
Io qualcosa in più da rimproverarmi ce l’ho, ma guardare a quello che ormai è passato serve solo se vuoi migliorarti nel futuro.

E allora guardo a te, a cosa mi ha insegnato osservarti negli ultimi anni: mi hai insegnato la cura.
Non quella che ha una madre verso una figlia, che tutto sommato è anche facile prendersi cura, quando i corpicini sono morbidi e lisci, e ogni giorno è un progresso.

È molto più difficile quando invece ogni cambiamento è verso il declino, è verso la fine.
Ma è una cura che ti insegna l’importanza della dignità e a rispettarla persino quando i confini dell’intimità diventano labili e ti costringono a spostarli più in là.
Ti insegna la pietà.
Ti insegna a capire quando è il momento di lasciare andare.
È una cura che ti insegna un amore diverso, e chi non ha faticato per mantenerlo non sa che grande cosa si è perso.

Oggi dovresti ricevere tu regali, ma è andata a finire che questo regalo grande invece me l’hai fatto tu.
Avrei potuto scriverti queste righe in privato, e invece no, le scrivo qui: perché sono fiera di te.

 

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