regalarsi il tempo di un caffè a san valentino
Pensieri

Regalarsi il tempo di un caffè

Non siamo di quelli che festeggiano San Valentino, penso che non l’abbiamo mai fatto. Non per snobbismo, è che proprio non ci viene in mente.
O meglio: non ci facciamo regali, non programmiamo cene particolari… se capita, se ce n’è l’occasione, ne approfittiamo per scambiarci un pensiero, un gesto, qualcosa di speciale nel quotidiano. Negli anni è capitato qualche volta un regalo (ad esempio, il cappello che mi ha regalato l’anno scorso è stato figherrimo), ma è stato più un caso che coincidesse con il 14 febbraio che una reale intenzione di farsi un regalo di San Valentino.

Ieri sera, a cena, Nene mi raccontava che all’asilo un compagno le ha disegnato un cuore, e allora anche lei gliene ha fatto un altro. Non avevano la minima idea, né lui, né lei, né tutti gli altri che ieri si disegnavano cuori, del significato del gesto.
D’altronde si disegnano tutti quanti cuori l’un l’altro, variamente distribuiti secondo il mood della giornata, praticamente ogni santo giorno dell’anno. E va bene così.
Poi ha iniziato a farmi l’elenco di quali regali papà vari dei suoi amichetti avessero fatto alle mogli e compagne. E mi ha chiesto: «A te cosa ha regalato papà?»

«Non ci siamo scambiati proprio un regalo, un pacchetto – le ho risposto presa un po’ alla sprovvista – ma ci siamo presi il tempo, dopo avervi portato a scuola, di andare prendere il caffè insieme in pasticceria».

«Sì, ma io non dicevo il caffè: cosa ti ha regalato papà? Perché non ti ha regalato niente?».

Ho provato a spiegarle che ci siamo regalati del tempo per stare insieme, per fare due chiacchiere in pace. «Per noi è un regalo passare tempo insieme, non dobbiamo per forza darci qualcosa, un oggetto».

Lo capisco che, per una bambina di cinque anni, il concetto di “il tempo è un regalo” sia piuttosto difficile, però vorrei tanto che crescendo imparasse questo, e sarebbe bello se lo imparasse da noi. Che dedicare tempo e attenzione a un’altra persona è il regalo più bello che le si possa fare.

Non è sempre facile, anzi: probabilmente sono più le volte che non ci si riesce: non solo tra noi due, ma anche con i genitori, con i parenti anziani, con gli amici… c’è sempre il “sono indietro coi lavori”, “ho ancora mille cose da fare”, “sono già in ritardo”. Non ho tempo.

Eppure, quando si riesce a riservarli a qualcuno, quei dieci minuti ritagliati, capisci che sono quelli per cui dovrebbe valer la pena vivere.
Fosse anche solo un caffè, prima di mettersi al lavoro.

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