Ci sono quelle amiche che non vediamo per mesi. A volte addirittura per anni.

Ci sono quelle amiche con cui a volte abbiamo condiviso un pezzo di infanzia, o di adolescenza.
Abbiamo fatto anni di scuola insieme, siamo state compagne di banco.
Abbiamo giocato insieme all’asilo, scambiato le merende all’intervallo delle elementari, abbiamo riempito scatole di bigliettini passati dietro la schiena durante gli anni delle medie e del liceo.

Ci sono anche quelle amiche conosciute più tardi, in una vacanza estiva, in una casa in condivisione in una città nuova, con cui abbiamo scoperto cosa volesse dire essere adulte, indipendenti, con cui abbiamo esplorato quella nuova città, trasportato sacchetti della spesa fino a quella che per un po’ abbiamo chiamato casa, condiviso nottate, bicchieri, libri e tisane.

Ci sono quelle amiche che un’università, un lavoro, un amore hanno portato in una città diversa, a volte in un Paese diverso, dall’altra parte di un oceano.

Eppure ci sono anche quelle amiche che, nonostante tutto questo, nonostante a volte passino i mesi, o gli anni prima di ritrovarsi, restino con il cuore sempre vicino.

E quando ti ritrovi ci vuole meno del tempo di un caffè per ritornare a ridere insieme, e scambiare riflessioni e preoccupazioni, come se non ci si fosse mai lasciate.
E le ore non bastano mai.
E il cuore trabocca.

Voi ce le avete delle amiche così?
Io sì, come un dono prezioso, è una di loro che mi ha portato di lunedì sera al…

Anche bar

via Carmagnola 5, angolo via Pastrengo

Al quartiere Isola, dove ormai come ti giri trovi un locale trendyssimo e fichissimo, noi siamo andate per un aperitivo al Anche bar.

Che è bar ovviamente, ma *anche* ristorante, e *anche* forno, e addirittura *anche* radio.

La parte bar e quella ristorante sono divise da un cancello in ferro e vetrate che mi ricordano tanto, da figlia di meccanico, un’officina. Molto stile industriale, con le lampade e i fili che pendono dal soffitto e i tavoloni di legno.
Carina l’idea dei menù fatti con i piccoli album foto di una volta, quelli con le bustine di plastica formato 10×15.

Ma veniamo all’aperitivo.

Abbiamo optato per un cocktail e abbiamo scelto un Hugo, una sorta di spritz più fresco e leggero a base di prosecco e sciroppo di sabuco.

Insieme al bicchiere ci hanno portato un grande piatto in alluminio con diverse cose da mangiare: bocconcini di pollo, salsiccine, focaccia, insalata di cipolle e pomodori, mozzarelle, e poi un tagliere con una pizza calda.
Non ci si alza e si evita l’affollamento al buffet.
Per contro, non si può scegliere la quantità, ma per noi due il cibo è stato decisamente abbondante.

Consumazione fissa a 8 euro.