migrante nel paese dei Promessi Sposi
in giro,  Incontri

Ibrahim, pizzaiolo nel paese dei Promessi Sposi

«Qualunque lavoro, purché possa essere indipendente».
Non aveva molte pretese il giovane Ibrahim, ivoriano, quando è arrivato in Italia ormai sei anni fa, ma su quelle si è dato da fare.

E infatti oggi un lavoro ce l’ha, fa il pizzaiolo, e può mantenersi, pagarsi un affitto e sognare anche una famiglia.

In Italia ci è arrivato con un barcone, attraversando il Mediterraneo dalla Libia fino a Lampedusa, durante l’inizio di quel flusso di migranti che abbiamo iniziato a chiamare “emergenza profughi”, quella dal Nord Africa.

All’epoca aveva 21 anni, e quel viaggio in mare lo ha segnato tanto da non volerlo raccontare.

«È durato trenta ore», è l’unica cosa che ha mai raccontato agli operatori che gli chiedevano, senza voler aggiungere nient’altro.
Dopo tre giorni a Lampedusa, lo imbarcarono su un aereo e arrivò a Milano, dove lo caricarono su un pullman e lo trasferirono a Lecco.

È così che è arrivato alla casa di accoglienza di via dell’Isola, centro di accoglienza gestito da L’Arcobaleno, cooperativa del Consorzio Farsi Prossimo della rete Caritas.

Insieme a lui e ad altri richiedenti asilo, in via dell’Isola, sono accolti una trentina di uomini adulti in difficoltà sociale ed economica.

Nei diciotto mesi di permanenza al centro Ibrahim non è stato con le mani in mano: prima il corso di italiano al Cpia (il Centro permanente di formazione per adulti) alla frazione di Maggianico, poi il corso di scuola guida.

Ma il suo obiettivo era poter lavorare, poter essere indipendente.

La sua porta di ingresso alla sua nuova vita è stata l’Accademia italiana della pizza, la scuola di riferimento per chi vuole diventare pizzaiolo professionista.
E così ha frequentato due corsi: il “pizza classica” a Milano e quello di “pizza napoletana” a Como.

E poi la fortuna di trovare subito un lavoro, con tutta la gavetta del caso: prima sei mesi di borsa lavoro, poi un contratto a chiamata, poi ancora uno di apprendistato.

«Non avevo mai pensato di fare il pizzaiolo, ma il campo della ristorazione mi attirava e quando mi hanno proposto i corsi ho accettato volentieri. L’importante era avere un lavoro che mi desse un salario» – racconta Ibrahim, che ora ha 27 anni e sente di appartenere al Paese in cui vive.

Oggi ha un contratto a tempo indeterminato in una pizzeria di Lecco «anche se part time, e sto cercando un altro lavoro per il resto del tempo e per poter arrivare uno stipendio pieno», e abita insieme ad altri ragazzi migranti in un appartamento a Pescarenico, proprio la frazione di Lecco dove vivevano Renzo e Lucia dei Promessi Sposi.

Chissà se conosce la loro storia, quando dichiara che gli piacerebbe conoscere una ragazza e costruire qui una sua famiglia.

Ho raccontato questa storia anche sul numero 212 di Scarp de’ tenis

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *